sabato 9 luglio 2011

Tornare a Genova 10 anni dopo. Tornare a Genova oggi.



Tornare a Genova a dieci anni da quel grande movimento che, nel luglio 2001, riempiva le strade di una città militarizzata per costruire un altro mondo possibile, per noi non significa, semplicemente, celebrare o commemorare quei giorni.
Giorni che hanno cambiato tutti noi, che alcuni di noi hanno costruito e vissuto intensamente, che per altri sono stati un rito di passaggio verso l'età adulta, per i più giovani racconti che li hanno avvicinati alla politica e alla militanza, giorni attorno ai quali è ancora necessario venga fatta giustizia.
Giustizia per Carlo, giustizia per le migliaia di persone massacrate nelle strade e per la mattanza della Diaz, giustizia per le torture di Bolzaneto.
Mentre ad oggi i torturatori sono stati tutti promossi ed alcuni manifestanti, veri e propri capri espiatori, rischiano 15 anni di carcere.
Di questo certo non ci possiamo scordare.

Ma tornare a Genova oggi significa attualizzare quella grande richiesta di cambiamento politico, sociale, economico, che centinaia di migliaia di persone portarono in piazza accerchiando la zona rossa.
Perché, dopo dieci anni di peggioramento delle condizioni sociali a livello globale, possiamo dire che avevamo ragione noi, che questo modello di sviluppo non è sostenibile, che un altro mondo possibile è necessario: ce lo dimostra la grande crisi economica iniziata nel 2008 e non ancora superata, che rivela la sua natura strutturale e la fragilità del capitalismo finanziario.
Se dieci anni fa scendevamo nelle piazze per gridare che non potevano essere “8 grandi” a decidere del destino di miliardi di persone, oggi diciamo che non possono essere un pugno di banchieri e finanzieri a determinare il futuro di tutti noi.

Lo dimostra la stagione di lotte che ha caratterizzato gli’ultimi anni, i milioni di persone che a Genova come nel resto del mondo si oppongono a questo modello di sviluppo fatto di precarietà, diritti negati, devastazione ambientale e privatizzazioni.
 Il movimento in difesa dell'istruzione pubblica che ormai da tre anni riempie le piazze di tutte le città di questo paese; il movimento degli operai metalmeccanici indisponibili ai ricatti di Marchionne e Confindustria; le battaglie dei precari per conquistare diritti e dignità;  le lotte in difesa dei beni comuni e dell'ambiente - dalla Val di Susa a Messina, da Vicenza a Chiaiano, dall’acqua pubblica al nucleare; le battaglie per nuovi diritti di cittadinanza, l'accoglienza degna e la libertà di movimento…  e poi le rivoluzioni del Magreb, lo sciopero ad oltranza in Francia, gli studenti di Londra, la Grecia, gli Indignados in Spagna… Fino ad arrivare alle mobilitazioni nostrane contro gli inceneritori di rifiuti, la gronda e altri progetti dal devastante impatto socio-ambientale
 E’ poi storia di questi giorni la grande vittoria dei referendum e la lotta della val di Susa contro la TAV, tappe fondamentali per fermare le devastazioni e le privatizzazioni e sottrarre al business i beni comuni - dall’acqua, ai trasporti, al territorio - e restituirli a una gestione diretta e partecipata dalle comunità.

Tornare a Genova oggi significa per noi rivolgersi a queste battaglie, portare in piazza questa richiesta di cambiamento radicale, significa unire le diverse lotte per sconfiggere la crisi dal basso, significa incontrarsi e guardarsi negli occhi per riconoscersi come una moltitudine portatrice di un'alternativa reale, significa portare in strada un movimento di opposizione concreta che voglia costruire una nuova società basata su un altro welfare non assistenzialista e sulla garanzia del reddito svincolato dalla prestazione lavorativa, su nuovi diritti di cittadinanza e maggiori garanzie contro la precarietà, sulla difesa del comune materiale e immateriale, dall'acqua al sapere, dal lavoro all'ambiente, significa gridare ancora una volta che noi la crisi non la paghiamo.

Per questa ragione saremo in piazza, nei giorni di luglio, a discutere e manifestare assieme ai movimenti che hanno animato questa stagione di lotte: dagli studenti alla FIOM, dai precari ai comitati in difesa di beni comuni e territorio, dai migranti a chi lotta quotidianamente contro il razzismo.
 Non si tratta, per noi che subiamo oggi come ieri gli effetti perversi della finanza, il malgoverno strutturale delle istituzioni e la repressione poliziesca del dissenso, di celebrare il triste anniversario delle vittime.
Tornando in strada, a Genova, il 23 luglio 2011, non vogliamo respirare l'incenso laico di un requiem sbiadito, ma siamo anche coscienti che le fiamme della rivolta non servono a nulla, se restano pura estetica, senza tramutarsi in costruzione politica.
Vogliamo scendere in strada perché, dopo dieci anni, non è il caso di piangere i mali del potere, né di sperare in poteri buoni, ma è necessario trasformare l'esistente, con la nostra forza, con le nostre lotte.

Pensiamo che il luglio genovese renderà veramente omaggio a ciò che accadde 10 anni fa se riuscirà ad essere una tappa del percorso di unione di battaglie differenti verso un progetto di cambiamento radicale della realtà che ci circonda e verso un autunno di lotta comune ancora più intenso di quello appena passato.

Il 22 luglio Uniti Contro La Crisi organizzerà a Genova la propria assemblea nazionale, e il 23 luglio si unirà ai movimenti e reti sociali che attraverseranno il ponente cittadino, per ripercorrere i luoghi della precarietà e del consumo, delle fabbriche in dismissione, del degrado ambientale, ma anche gli spazi dell’anima portuale della città, della produzione sociale, dell’incontro tra culture, della costruzione di nuove comunità. 

 Invitiamo studenti, migranti, chi lotta per il diritto alla casa e contro le speculazioni nei territori, coloro che vivono lo sfruttamento delle vecchie e nuove forme del lavoro, le realtà che si mobilitano a difesa dei diritti umani e contro la guerra, i comitati e i cittadini a difesa dei beni comuni, a partecipare alle varie assemblee ed iniziative di UNITI CONTRO LA CRISI, per condividere contenuti e forme di espressione della nostra presenza nelle giornate dal 20 al 23 luglio. Per affrontare in maniera consapevole e condivisa il nostro “ritorno a Genova”, per lo spirito che produsse le giornate del luglio 2001, per le lotte che oggi ci attendono.

UNITI CONTRO LA CRISI - Genova

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